domenica 26 dicembre 2010

BOAVISTA ULTRAMARATHON 4 Dicembre 2010


Foto Boavista UltraMarathon

Dal racconto di Flavio Massa al Boavista con l'Orco Steu

Ciao Pino,
Faccio seguito ai contatti intercorsi con Steu , rispondendo alla tua richiesta sul poter avere qualche impressione sul tema.

Cosa dire..
Che per intanto sono riuscito a portarla a termine ..e personalmente è già gran cosa e tanto mi basta.
Che è stata la più lunga (effettivi 160 Km c.ca), dura e combattuta prova che abbia affrontato.

Che l'ho sofferta realmente parecchio tant'è che mi hanno dovuto somministrare antidolorifici intramuscolo in un paio di check-point e supportato da pastiglie
di Ketadol (a mò di barrette) nella parte finale.

Che avrei potuto ritirarmi come tanti altri (18 arrivati su 43 iscritti includendo non partiti e chi ha gettato la spugna) e l'ho completata fondamentalmente solo per forza di volontà poichè mi sarebbe spiaciuto davvero molto non finirla.

Purtroppo, presumibilmente la relativamente leggera ma continua costrizione della calza contenitiva anticrampi che uso normalmente in trail (booster),
complice la vasodilatazione legata alla temperatura (c.ca 34/36°C nel deserto) mi ha provocato l'insorgere di un gonfiore al collo di un piede diffusosi poi al medesimo e un dolore continuo decisamente forte e tale dal non poter più disporre di un carico funzionale normale; sostanzialmente spingevo con la sola gamba dx ..e ho finito per camminarne una metà abbondante in definitiva.

Questione di esperienza.. era la prima volta che approcciavo il deserto e il raffronto con gli altri era un po' da "turisti per caso" (erano decisamente più rodati, chi aveva corso la 100 Km del Sahara, chi la Namibia Ultramarathon etc...io zero).

Non avendo pertanto potuto correrla se non per una parte, i tempi si sono dilatati a dismisura e l'ho finita in quasi 39 ore no-stop ad eccezione di una pausa di un'ora perché dovuto fermarmi dal male e contestualmente ho cercato di recuperare anche un minimo senza riuscire però a dormire.

Tempistiche di quel genere (una notte ed un pezzo della seconda) diventano veramente pesanti per l'organismo, anche sotto l'aspetto psicologico.
E' stata sicuramente un'esperienza di vita comunque, tenendo conto dell'aver esplorato dei limiti fisici e mentali a me sconosciuti.

Nel grado di difficoltà degli ultra-trail il Boavista è classificata come estrema (viene classificata 4 su 5 max. - ad es. la 100 Km del Sahara è un grado 2).
E' comunque una gara bellissima ed emozionante, corsa su un'isola relativamente poco conosciuta tra paesaggi spettacolari e variegati, dove i tratti desertici con dune sono la più parte ma dove capita di correre anche su strade bianche, steppa, terreno roccioso e di notte spesso con il rumore dell'oceano in lontananza ..fantastico.

Per curiosità ti allego anche un articolo pubblicato su "Il mattino di Padova" e scritto da uno dei due miei compagni d'avventura e che devo ringraziare per avermi anche citato.

Flavio

1 commento:

  1. Riprorevole il comportamento dell'Organizzazione che somministra antidolorifici agli atleti in difficolta...come Orco condanno queste scelte.
    Da quanto ho letto sulla rivista SpiritoTrail la stessa cosa si e' verificata al TorDeGeants

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