sabato 25 luglio 2009

Royal Ultra Sky Marathon Ceresole Reale(To) 25 Luglio 2009

Dal racconto dell'OrcoGreg

“Royal Ultra SkyMarathon” è una competizione di corsa in alta quota su media distanza, in una sola tappa.
Ubicazione:
Parco Nazionale del Gran Paradiso – versante piemontese
Comunità Montana Valli Orco e Soana
Comuni di Locana, Noasca, Ceresole Reale

Descrizione generale del percorso: il percorso segue la rete di sentieri che percorrono ad alta quota il versante sud del Massiccio del Gran Paradiso. Caratteristica di grande valore, unica e distintiva a livello internazionale, è rappresentata dal fatto che il percorso segue in gran parte la rete delle Strade Reali di Caccia.
Il percorso valica 4 colli (Colle dei Becchi, Bocchetta del Ges, Colle della Porta e Colle della Terra).
È previsto un percorso ridotto in caso di cattivo tempo, con partenza da Noasca (1058 m) e salita sino alla Casa di Caccia del Gran Piano (2222 m) dove si riprende il percorso completo.

Punto di partenza: Lago di Teleccio (1917 m - comune di Locana)
Punto di arrivo: Lago di Ceresole Reale (1592 m - comune di Ceresole Reale)
Lunghezza totale: 46 km
Dislivello in salita: 3250 m
Dislivello in discesa: 3575 m

Ora Partenza: h 7.00
Ora massima cancelli:
Colle dei Becchi (2990 m): h 9.15
Alpe La Bruna (2473 m): h. 10.30
Casa di Caccia del Gran Piano (2222 m): h. 12.30
presso Alpe di Breuil (2380 m): h. 13.30
Casa di Guardiacaccia Bastalon (2423 m): h. 16.00

Il sito della gara è www.4026.it, cliccando sul menù a dx delle manifestazioni e a fondo pagina su www.pantacolor.com, nei prossimi giorni saranno visionabili le foto.

Provo a raccontarmi: sono partito da casa sabato verso le 17.00 da solo e sono andato a dormire nel vallone del Piantonetto nel parcheggio a fianco della diga del lago di Teleccio.
Da Rosone la salita in macchina è ardua, strada stretta, piena di tornanti, gli ultimi talmente ripidi da richiedere la prima marcia.
Anziché montare la tendina, mia moglie mi aveva preparato un comodo letto sulla Fiat Multipla. Ho fatto cena all'aperto, mi sono fatto anche una bevanda calda, sono andato a salutare i due addetti Iride che gestiscono la diga e ho fatto amicizia con due muli e un agnellino che scorazzavano liberi nel parcheggio.
Ho letto un paio di capitoli dell'ultimo libro di Bonatti alla luce della frontale e sotto un mare di stelle ho cercato di prendere sonno.
Non ho dormito molto, anche se il letto era comodo; patisco la vigilia di ogni gara, anche se non c'è ne motivo.
Al mattino, dalle 5 in poi sono cominciati gli arrivi dei partecipanti (non più di una quarantina di persone) e degli  organizzatori. Briefing alle 6,30 e partenza alle 7,15 circa. Tutto sereno, temperatura intorno ai 11/12 gradi. Perfetto.
Ho capito subito che una decina di concorrenti erano locali, alcune giovani guardie del parco e skyrunner di lunga esperienza (tutti riconoscibili dalle corna come gli stambecchi del luogo). Poi noi, comuni mortali, ma determinati.
Che sarebbe stata dura, l'ho capito subito quando siamo partiti. La velocità  di 3/4 dei partecipanti era da gara su strada di 5 km.

Salita al rifugio Pontese 300 m di volata, poi un piccolo tratto pianeggiante e primo 3000 al colle dei Becchi, salita su cenge erbose, poi pietraie e infine su tre ripidi pendi innevati, scalinati dagli organizzatori.
Il Rifugio Pontese sullo sfondo il Becco della Tribolazione e il colle dei Becchi
Poi un tratto corribile, ma con traversi su numerosi nevai, passando presso il bivacco Ivrea, l'Alpe La Motta e l'Alpe la Bruna rimanendo intorno ai 2500m.
Breve salita alla Bocchetta del Ges e discesa presso l'Alpe di Breuil. Salita di 700m, di nuovo a quota 3000m, al Colle della Porta. Eterna e molto faticosa, per il misto di roccia e neve.
Discesa da camosci su sfasciumi di piccole dimensioni al Lago Lillet, qui mi sono gasato, perché a fianco a me, sul sentiero, saliva una comitiva di ragazzi con istruttori, circa 40 persone, che vedendomi scendere sul ripido, con i bastoncini, mi urlava di dargli dentro.
Sosta di un minuto al ristoro del lago, dove mi comunicano che sono 16° (stesso numero di pettorale).

Davanti a me l'altro concorrente è passato da 8 minuti, irraggiungibile, dietro ci sono due concorrenti a 2 minuti.
Pagherei per tenere questa posizione fino alla fine. Dal lago altra salitona ripida, ma breve al Colle della Terra di nuovo verso i 3000m.
Poi da lì inizia, prima graduale poi più marcata la discesa, toccando la Casa di guardiacaccia Bastalon, il ponte Torrente Carro, i rifugi Guido Muzio e Massimo Mila. Vedo la diga del Lago Serrù, attraverso la strada asfaltata e percorro un tratto lunghissimo in piano nel bosco a fianco del torrente Orco.
Cavolo, ma non si arriva più e questo tratto tutta erba e pietre, devo fare attenzione a non cadere. Sono tanto stanco, ma non devo mollare proprio adesso.
Non incontro nessuno, ne davanti ne dietro di me non ci sono concorrenti. Solo bagnanti che prendono il sole sulle pietre del torrente, che mi guardano, provando pena.
Entro sulla strada asfaltata, molta gente qui fa il tifo e mi incoraggia. Il lago è a 3km, mi dicono. In realtà scoprirò poi che di km né mancavano ancora 8 all'arrivo.
Mentre corro sull'asfalto, vedo davanti a me un concorrente, lo raggiungo senza aumentare la mia andatura, corro un paio di km con lui, che è ormai alla frutta.
Non mi oso, dopo tanta strada, superarlo; finché è lui stesso a dirmi di andare via che non ne ha più.

Così arrivo al lago, scortato dalla macchina dei vigili urbani del luogo e mi immetto nella lunga passeggiata piena di gente.
Ancora 2/3 km è il 15° posto è mio. Accidenti, che soddisfazione!!
In questa gara, non ho provato come in altre gare ad un certo punto, la certezza che l'avrei finita.
Troppe variabili, muscoli tirati, qualche scontro con le pietre con ginocchia e mani sanguinanti, la paura dei crampi.
Ho chiuso in 7 ore e 48 minuti e rotti. La vincitrice è una donna, un guardia parco, che è arrivata in 6 ore e 3 minuti, un altro pianeta, come tutti quelli prima di me.
Tutti dal primo all'ultimo arrivato, vengono accolti con ovazioni, suoni di campanacci ed un caloroso abbraccio dal principale artefice di questa gara: Stefano Roletti, una persona simpatica e piena di vitalità.
Greg  con altri  Trailer della RUSM e i campanacci come Premio ai vincitori
Doccia fredda, ma è relativo e poi un meritato boccale di birra alla spina. Mangio parte del pranzo offerto dall'organizzazione, ma solo dopo circa tre ore dall'arrivo.
Assisto alla premiazione, in attesa delle navetta che porterà me e altri concorrenti a prendere l'auto al lago di Teleccio. Arrivo a casa verso le 22.30.

Per la cronaca, i premi per i primi erano una serie di nuovi campanacci giganteschi delle vacche usati nelle transumanze.
Io per estrazione e fortuna ho vinto un paiolo in rame per la polenta.
Sicuramente vi sembrerò un gasato, ma la sensazione di potenza e di soddisfazione che queste gare ti lasciano non ha eguali e si trascina anche nei giorni successivi.


Lo spirito trail, che penso vivano tutti gli amanti di queste corse è veramente unico.

martedì 14 luglio 2009

VIA DEI LUPI 5 Luglio 2009


Foto Via dei Lupi 2009

Edizione 2008

Dal racconto dell'OrcoPinoR

La seconda puntata della Via dei Lupi, parte per noi Orchi sotto cattivi auspici.
Non me ne vogliano gli organizzatori di Italia Triathlon che ci mettono l'anima in tutto ciò che fanno, ma tant'e' si vorrebbe arrivare alle gare tutti numerosi e caricatissimi ma cosi alle volte non e'.
Gli auspici come dicevo non sono stati dei migliori, anche se da parte nostra abbiamo fatto di tutto per renderla, al solito,un evento unico.
Ci siamo iscritti alla gara gia a febbraio 2009 e il gruppo composto era numeroso.
All'appello fortissimi Orchi: Greg, Franco,PinoP, PinoR, Enrico, Andrea.
Ma purtroppo per motivi famigliari e fisici alla gara mancano Franco e PinoP due pezzi da novanta....che danno al gruppo tecnica, tenacia e coraggio.
E poi..... poche settimana prima della gara la triste notizia dei tre Trailer Francesi deceduti all'UltraTrail del Mercantour. Ogni commento e' superfluo...possano le loro anime correre
libere e trovare la pace dopo aver tanto sofferto in quella maledettissima notte che tutto ha avvolto e inghiottito....possano avere in dono la luce di ELENDIL che gli illumini per sempre la strada.

Gli Orchi rimasti si dividono in due gruppi, Greg ed Enrico decidono di fare l'IronTrail e cioè i due giorni di gara Sabato e Domenica, 70km da urlo, partendo in Treno da Torino per Limone Piemonte e decidendo di dormire in sacco a pelo. Veri Orchi.
Io e Andrea invece, optiamo per la sola giornata di Domenica, in vista degli impegni futuri e utilizzando la gara come allenamento.
Preventivamente si pensava di dormire in tenda a S.Bartolomeo di Chiusa Pesio ma poi, viste le condizioni metereologiche avverse (continui temporali serali) si decide di dormire alla locanda Alpina decisamente più comoda e asciutta.
Mai scelta e' stata più azzeccata, la sera del Sabato pioggia a catinelle su tutta la Valle Pesio.
Arrivati a S.BArtolomeo di Chiusa Pesio e sistemati i bagagli alla Locanda del Puledro Impennato, scusate ..la locanda Alpina andiamo a trovare Greg ed Enrico reduci dalla prima giornata di gara che li ha portati da Limone Pimonte in Val Vermenagna a S.Bartolomeo in Valle Pesio .Sono 'ALLOGGIATI' nel locale deposito nel centro di Sci di fondo Marguarais.
Li salutiamo affettuosamente e notiamo che sono piuttosto in forma, il che ci fa ben sperare per il giorno dopo.
Con loro Daniela Bonnet fortissima Trailer di Angrogna con cui hanno fatto amicizia e Marco altro potente trailer, persone simpaticissime a cui ci aggreghiamo per una bella bevuta di birra e per la cena.
Insieme a noi ARNALDO un trailer dell'ultima ora di Vinovo che si autodefinisce il 'Il lupo dell'Aspromonte', lo definirei con questi aggettivi: simpatico, invadente, temerario e non sfigurerebbe come Orco.
Arnaldo è seguitissimo dall'Organizzazione difatti il primo giorno Sabato 4 Luglio 2009 e' arrivato in bici con il treno da Torino, ma causa ritardo non e' riuscito a prendere parte alla gara, cosi che gli è stato concesso la partenza differita la Domenica 5 luglio 2009, con sua somma soddisfazione.
La preoccupazione degli organizzatori è lecita presentandosi Arnaldo con attrezzatura inadeguata, ma ciò non lo spaventa la tenacia è nel suo DNA e ciò gli darà ragione.

Ci spostiamo a cena nel tendone di Vigna di Chiusa Pesio e nel viaggio che ci porta da S.BArtolomeo a Vigna apprendiamo che nel massiccio del Marguarais nel tardo pomeriggio un gruppo di Trekker, circa 30, in gita sociale CAI sono stati investiti da un fulmine provocando la morte di uno di loro e il ferimento di altri 8 componenti il gruppo.
Decisamente la gara nasce sotto una cattiva stella ... non siamo superstiziosi ma ...
La cena si rivela un bel momento di convivialita' e di aggregazione. Incontriamo volti conosciuti;
Pavan, Ulrico, Giuseppe, Mauro, Michele. In bocca lupo a tutti.
Questa umanita' di Trailer nella maggior parte in età da 'Nel Mezzo del cammin di nostra vita...'
che convoglia tutte queste energie in gare da veri Fachiri mi fa pensare. E già da tempo che mi chiedo cosa li spinge verso queste fatiche.
E' certo che le motivazioni sono le piu' disparate e c'e' tutto un PANTHEON di spiegazioni. Mi piace pero' credere che arrivati ad un certo punto della propria vita o si diventa aridi di sentimenti oppure il tuo cuore ne trabocca e occorre che queste energie positive siano convogliate verso qualcosa. Ecco la mia spiegazione. Chi vuol dire la sua puo' farlo aggiungendo un commento a questo Post.

Ottima cena anche se sotto un diluvio tropicale, ottima compagnia con Arnaldo sovreccitato per quello che lo attende domani e anche per la buona dose di dolcetto che gli abbiamo iniettato.
La cena si dilunga con i racconti di gare fatte o da fare , aneddoti, battute. Un vero spasso, potremmo rimanere li tutta la notte a contarcela...
Il mattino e' ormai arrivato, abbandoniamo la locanda e ci portiamo al luogo della partenza dove insieme a Greg ed Enrico facciamo un'abbondante colazione, poi ritiro pettorali e via foto di rito e alle 8.00 spaccate si parte.
La giornata e' splendida , nessuna nuvola in vista si prevede una giornata con cielo MEDITERRANEO.
I più forti atlet partono come schegge e presto non li vediamo più.
Noi della terra di mezzo formando un lungo serpentone arranchiamo alle prime scalinate e ci portiamo corricchiando alla Certosa di Chiusa Pesio .
Il terreno e' splendido i larici hanno rilasciato in autunno i loro aghi che compongono uno strato morbidissimo. Correre in natura in questo modo e' sublime, sopratutto per chi non ha fatto la gara il giorno precedente,. Per gli altri il muscolo duole, un vero calvario, ed inizia solo adesso a scaldarsi.
Il serpentone si sgrana e ci troviamo a gruppetti di quattro cinque persone, Andrea e Greg sono gia' uccel di Bosco e sono ormai irraggiungibili.
Mi accompagna in questa prima parte del percorso Enrico, passiamo sotto un gruppo di maggiociondoli a me molto cari ed in loro onore queste breve poesiola;

Maggiociondoli
E' bello il maggiociondolo.
Il nome stesso ne dichiara
la sua bellezza.
Signorile come il frassino,
ma tanto più elegante.
Il suo nome ricorda il
maggio odoroso.
Giallo è il colore dei suoi fiori.
Che un po' assomigliano ai
fiori delle acacie nostrane.
Un maggiociondolo mi regalò
anni fa mio padre.
L'ho piantato nel giardino di casa
in un punto che io pensavo fresco,
lontano dalla portata di mia figlia
perche' le foglie di questo albero sono velenose
se ingerite, e le MASCHE (streghe)
ne facevano pozioni per i loro riti magici.
Purtroppo il maggiociondolo non ha
resistito alla calura estiva e
ci abbandonati prima del tempo.
Passati i maggiociondoli la montagna si più fa severa e ci imbattiamo nei primi nevai residui di copiose nevicate invernali.
La fatica inizia a farsi sentire, siamo partiti da S.Bartolomeo a 700 slm e stiamo raggiungendo il Colle del Duca quasi a quota 2000 slm.
Al colle presidiato dal Soccorso Alpino locale, transitiamo Enrico ed io insieme .
Enrico decide di fermarsi a mangiare un boccone mentre io da parte mia non ho portato alimenti solidi e utilizzo due piccoli GEL per tenermi in carica.
Il Gias delle Ortiche è li a portata di mano e successivamente in men che non si dica siamo al Rifugio Morgantini 2300 slm con abbondanti beveraggi e cibo solido.
Chiazze cospicue di neve segnano il sentiero e rendono tutto molto suggestivo e inebriante, tra questi un nevaio blocca il sentiero ma lo aggiriamo a monte cosi come indicato da Alberto al briefing mattutino alla partenza.
La giornata e' splendida, ci attendono Il colle della Boaria ed un'altro piccolo colle prima di fiondarci a manetta sulle seggiovia di Baite 2000 e poi da li a rotta di collo giù a Limone Piemonte.
Al termine della flora alpina che prelude i lariceti e le conifere, ecco apparire un bellissimo laghetto alpino immerso in un mare di rododendri a cui ho dedicato queste quattro righe:

Un Laghetto.
Di ghiaccio alpino
e' composto il laghetto
che vidi l'altro dì.
In mente il lungo scorrere del tempo,
la sua essenza limpida e chiara
come le sue acque.
Nessun difetto. 
Naturale come la neve che l'alimenta.
Passato il laghetto ci inoltriamo nel bosco ed eccoci arrivati a Limone.
Alle premiazioni con nostra grande soddisfazione Enrico risulta in classifica come secondo di categoria. Viene premiato niente di meno che da Marco Olmo in persona.
E Arnaldo che fine avrà fatto?. Ebbene anche lui conclude la gara in ultima posizione in circa 7h e 45mi, arrivando proprio durante la premiazione del 1° assoluto. Per lui grandi festeggiamenti. Cosi vuole il mondo dei trailer.